Il mistero di Jazzo del Demonio

 
Andare in vacanza in Puglia, spesso significa soggiornare spesso in aziende agricole adibite a strutture per la ricezione turistica, chiamate masserie. Sono disseminate in tuta la regione, ognuna con carateristiche legate a certe specificità dell'area. Sono certamente tra gli edifici rurali più diffusi in questa parte di Italia, ma non sono gli unici. Addentrandosi nella regione, in un'area chiamata Murgia, o spostandosi sul Gargano, è possibile trovare, insieme alle masserie, i cosiddetti jazzi.

In termini strutturali, non si tratta che di recinti per pecore, ma, per gli abitanti della zona, gli jazzi sono un elemento caratteristico del paesaggio, con i loro muretti a secco, con le loro forme inequivocabili, con gli inconfondibili mungituri. Ognuno ha un suo nome, talvolta quello famiglia che lo ha posseduto, talvolta legato alla toponomastica dei luoghi, in alcuni casi, infine, dettato da un evento (vero o presunto) che lì si è verificato.

Ci sono diverse leggende legate ad un unico jazzo, il cosiddetto jazzo del demonio, nascosto in un bosco di roverelle, nell'agro di Ruvo di Puglia.


Si narra che, in una notte fredda notte del 1870, due pastori con il loro gregge cercarono riparo per la notte proprio in questo jazzo e, mentre si trovavano attorno a un fuoco, i cani che li accompagnavano iniziarono ad abbaiare. di lì a poco, tacquero improvvisamente, come improvvisamente si placò il vento.

I due pastori, avvolti dal silenzio, furono stupiti ed impauriti quando sentirono bussare alla porta. Alla loro domanda di rito rispose la voce roca di un viandante che si era smarrito e che i pastori non esitarono ad accogliere davanti al fuoco.

La fioca luce emanata dai tizzoni ardenti bastò ai due per rendersi conto che il viandante non aveva sembianze umane e che, dotato di zampe e zoccoli, altri non era che il demonio. I pastori si rifugiarono sotto una croce ed il demonio, una volta scoperto, scomparve velocemente lasciando il tipico odore di zolfo.

La storia di questo incontro si diffuse a tal punto da far nascere la leggenda dello jazzo del demonio.

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